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Milano, JazzAscona : Swiss Jazz Award alla carriera a Bruno Spoerri

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Milano, 24 giugno 2017 - Quarta giornata per il JazzAscona che chiude il suo primo fine settimana del Festival.

Serata interamente dedicata al Jazz svizzero.

I promotori sono lo Swiss Jazz Award, JazzAscona e Radio Swiss Jazz, che proporranno un mix di incredibili vibrazioni.

A tenere banco sarà dapprima il sassofonista zurighese Patrick Bianco, ad Ascona con un progetto dedicato ai pionieri di New Orleans. Il vincitore del premio 2016 lascerà poi spazio al leggendario sassofonista, compositore e bandleader Bruno Spoerri. Al decano del panorama jazz elvetico sarà conferito lo Swiss Jazz Award alla carriera. Bruno Spoerri, 81 anni, è annoverato tra i più grandi esponenti del jazz elevetico, soprattutto come sassofonista, ma non solo: Spoerri si è fatto conoscere pure per la composizione di colonne sonore e come pioniere della musica elettronica. Da oltre 60 anni costantemente all'avanguardia in ogni dimensione musicale da lui esplorata, il sassofonista zurighese si esibirà con diversi ospiti d'eccezione, tra cui Christine Jaccard alla voce. Al termine del concerto, a Spoerri sarà consegnato lo Swiss Jazz Award 2017. Un riconoscimento che corona la sua imprendibile carriera. A riprova della varieta' culturale del line up di JazzAscona, intrigante si rivelera' pure l'Australian Jazz Night, che vedrà esibirsi sullo Stage al Pontile & al Piazza dapprima Hetty Kate, e poi Emma Pask, in una sequenza di performance al femminile, che promette di rapire gli spettatori per fascino e atmosfera. New Orleans resta un marchio impresso a fuoco su JazzAscona. Anche questa sera non mancheranno quindi artisti arrivati direttamente dalla Crescent City: dal jazz-funk blues di Glen David Andrews & Twogether, al traditional jazz 2.0 della The New Orleans Swamp Donkeys Jazz Band.


Mosca, in delirio per "Karenina & I" di Tommaso Mottola

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Mosca, 24 giu. - Un'accoglienza calorosa dal pubblico piu' difficile e' stata riservata, ieri sera, alla prima in Russia, al 39° Moscow International Film Festival, del film del regista italiano Tommaso Mottola, 'Anna Karenina & I'. Non era facile far commuovere ed emozionare il pubblico russo, che conosce i romanzi di Lev Tolstoj a memoria e ne ha visto numerosi adattamenti sia hollywoodiani, che sovietici. "Siamo curiosi di sapere cosa avete provato", ha chiesto subito agli spettatori al termine della proiezione Mottola, travolto da commenti positivi e domande interessate. E questa pellicola-documentario ha effettivamente il potere di incantare e trasportare con poesia e dolcezza lo spettatore nella profondita' della cultura russa e di uno dei romanzi piu' celebri di tutta la storia della letteratura, accanto a una delle eroine piu' tormentate e infelici di sempre, sollevando interrogativi universali e ancora contemporanei. Il film - in cui Liam Neeson ha dato la sua voce allo stesso Tolstoj - ha come protagonista l'attrice norvegese Gørild Mauseth, moglie del regista e il suo viaggio in treno attraverso la Russia sulle tracce dell'eroina del romanzo di Lev Tolstoj; la meta e' Vladivostok, all'estremo confine est del paese, dove l'artista ha accettato la sfida di interpretare, in russo, Anna in un teatro locale. Mentre si immerge con tenacia nella lingua di Tolstoj, che non ha mai parlato prima, avvicina la spiritualita' ortodossa, visita citta' ed entra in connessione con la potente e mai rassicurante natura russa, la protagonista esplora gli abissi della sua memoria e della sua identita', si interroga sul ruolo dell'attore e ne racconta gli estenuanti tentativi di entrare nella pelle del personaggio. Non senza dolori e frustrazioni, Gørild entra in simbiosi con Anna e attraverso la sua ricerca, recupera anche il contatto con le proprie radici, quei fiordi scandinavi che aveva lasciato da adolescente. "Il tema della ricerca delle radici e' molto contemporaneo in un momento storico, in cui le persone sono costrette a lasciare le loro terre, a perdere le proprie radici", ha spiegato Mottola in sala. Gli ha fatto eco la moglie Gørild: "Se non hai connessione con le tue radici e' difficile andare avanti, Anna aveva dimenticato il passato, era spaventata dal futuro e viveva solo il presente, come le nuove generazioni". Il Moscow International Film Festival ha in programma anche altri film italiani: '7 minuti' di Michele Placido, 'La tenerezza' di Gianni Amelio (in concorso) 'Acqua e zucchero: Carlo Di Palma, i colori della vita' di Fariborz Kamkari e 'Liberami' di Federica Di Giacomo.

Otto anni fa ci lasciava il Re del pop: Michael Jackson

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Sono passati ormai otto anni da quel 25 giugno 2009, quando il Re del Pop , Michael Jackson è morto.

Ancora oggi i suoi fans lo piangono, qualcuno spera che sia ancora vivo e che la morte sia solo una messa in scena per uscire dalle luci della ribalta e ritirarsi a vita completamente privata.

Tutte ipotesi, nate con tutti i grandi della musica, come per Elvis Presley o Jim Morrison, con tante persone pronte a giurare di averli visti ancora vivi da qualche parte.

Non ne è rimasto immune anche MJ a questo tipo di notizie.

Uscì persino un video, rivelatosi ovviamente un falso, dove all'arrivo dell'ospedale, scese con le sue gambe dall'ambulanza.

Ad ogni modo , Michael Jackson, resta colui che ha il primato in assoluto degli album più venduti nel mondo, “Thriller”.

Ed ancora, resta un'icona della musica, uno dei ballerini più forti sul palco e l'uomo che ha fatto discutere sempre in qualche modo.

Esempio per tutti i cantanti che sono arrivati dopo di lui, che hanno cercato di riprendere il suo stile, non tanto per il modo di cantare unico nel suo genere, ma sul come stare sul palco, cantare e ballare come solo lui sapeva fare, trascinare il pubblico, che nemmeno altri grandi artisti sono riusciti.

Quando morì Elvis Presley ci si fece la domanda "ed ora chi sarà talmente grande come lui?"

Non tardò ad arrivare la risposta.


Oggi a otto anni dalla scomparsa del Re del Pop, non si ha ancora una certezza sul suo reale erede, si parlava di Justin Timberlake, bravo cantante, eccelso ballerino, ora lo sguardo si è spostato su Bruno Mars, che lo ricorda anche fisicamente. Solo il tempo potrà dircelo, ma Michael Jackson sarà sempre il RE.


GUARDA IL VIDEO DI THRILLER

 

Roma, i Depeche Mode infiammano 50mila fans nella prima tappa italiana

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Roma, 26 giugno 2017 – Notte fantastica quella di ieri dove i Depeche Mode incantano, nella loro prima data italiana del “Global Spirit Tour” che li vedrà impegnati anche a Milano e Bologna, nei prossimi giorni, per poi ritornare in altri tre concerti tra dicembre e gennaio con tappe a Torino e nuovamente Milano e Bologna.

Pubblico letteralmente in delirio per la band inglese che non perde il suo smalto e che sembra non invecchiare.

 

Il palco è stratosferico, immancabile i super monitor posti alle spalle della band, che li accompagna anche con immagini video durante tutto il concerto, per creare la giusta atmosfera e permettere anche a chi stava lontano dal palco di poter vedere meglio i loro beniamini.

Si parte con alcuni brani tratti dall'ultimo album “Spirit” e infiammare subito gli oltre 50mila fans dello Stadio Olimpico con i grandi successi di sempre, per arrivare indietro nel tempo con “Everything Counts” il pezzo più vecchio inserito nella scaletta del concerto.

Dave Gahan istrionico come sempre, si permette una pausa, lasciando il posto al chitarrista Martin Gore che si esibisce in due brani.

 

Il ritorno sul palco del Frontman riaccende il pubblico ancora una volta, per poi arrivare al penultimo brano che ha creato un coro da non dimenticare sulle note di “Enjoy The Silence” prima dell'apoteosi di “Personal Jesus”, tra i brani più rappresentativi della band.

Due note imperdibili del concerto sono l'apertura con il tributo a John Lennon e durante i bis, con un tributo a David Bowie , “Heroes”, che mettono, non solo una ciliegina sulla torta di un concerto già bello di suo, ma anche un tocco di classe ulteriore.

Tv, è morto all'età di 77 anni Paolo Limiti

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Milano, 27 giuno 2017 - È morto a causa di un tumore, Paolo Limiti. Il popolare conduttore tv, aveva 77 anni.

A riferirlo è stato con un twitter il produttore Nicola Carraro, marito di Mara Venier con la quale avevano condotto insieme “Domenica In” nella stagione 2004/2005.


 

Paolo Mario Limiti, il suo nome completo, nacque a Milano , l'8 maggio 1940.

Paroliere, conduttore e produttore televisivo molto apprezzato.

Iniziò la sua carriera come paroliere collaborando con Mina, sue “Bugiardo e inconsciente”, “La voce del Silenzio”.

Gran parte della sua carriera televisiva, fu alla Rai, entrato nel 1968 per volere di Luciano Rispoli, dove fece l'autore musicale e televisivo, riscuotendo grande successo con Rischiatutto condotto da Mike Bongiorno.

Limiti, però come molti parolieri e autori, non è conosciuto dalla massa fino a quando nel 1996, condusse il programma tv “Ci vediamo in tv, ieri, oggi e domani”, trasmesso prima su Rai2 e successivamente su Rai1.

Presentatore legato a tutto ciò che era amarcord, in cui si rievocavano i grandi personaggi della tv e di Hollywood.

In tanti devono a lui la notorietà, come per Justine Mattera, la Marilyn italiana, che poi divenne anche sua compagna.

Suo anche il programma a quiz “Si la Sol”, un programma quasi concorrente di Sarabanda, ma puntato più sulla musica e le canzoni dei ricordi più che sul genere pop.

Negli ultimi anni alla Rai, nel 2010 produsse Minissima, tributo alla “Tigre di Cremona” con la quale erano molto amici, e nel 2012 con “E state in tv con noi” sempre su Rai1, per poi passare a La7 a curare una rubrica all'interno di un programma con Cristina Parodi.


 

Muore per un cancro l'attore svedese Michael Nyqvist

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Copenaghen. E' morto a 56 anni l'attore svedese Michael Nyqvist. Malato di cancro l'attore si è spento lasciando il Cinema in lutto. Protagonista nella trilogia Millennium, i film tratti dai libri dello scrittore Stieg Larsson, Michael Nyqvist interpretava il ruolo del giornalista economico Mikael Blomkvist. A dare la notizia della prematura scomparsa, la famiglia dell'attore. Nyqvist ha interpretato anche il ruolo del nemico di Tom Cruise in Mission Impossible.

Vasco Rossi. 40 anni di carriera sempre in crescendo

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Ma cosa vuoi che sia una canzone.... Così inizia la grande carriera del rocker più amato in Italia.

Vasco Rossi, 65 anni al 7 febbraio, non ha proprio intenzione di smettere, da quando nel 1977 incise il suo primo album, uscito l'anno successivo e che metteva le basi per una escalation senza pari.

Sono gli anni dei cantautori, dove emergere non è per niente facile, ma dalla sua Zocca, dove è nato, percepisce che si può fare veramente tanto per smuovere la musica italiana.

Gaetano Curreri, leader del gruppo “Stadio”, suo grande amico, lo spinse a registrare il suo primo 45 giri, Jenny , quasi una bozza del suo più grande successo Jenny è pazza, e nel lato B Silvia. Era il 1977, poi a novembre si iniziò a registrare il suo primo LP.

I successi non tardano ad arrivare e si fece notare subito anche dal grande pubblico, proprio nel 1979 con “Non siamo mica gli americani”, album dove è inserita “Albachiara”, arrivata al successo solo anni dopo.

E così via nel 1980 “Colpa d'Alfredo”, censurata dalle radio per i contenuti espliciti, ma che ebbe il merito di farlo conoscere a tanta gente con l'apparizione in Domenica In con “Sensazioni Forti”.

Vasco Rossi all'inizio della sua carriera, aveva la critica completamente contro, ma c'è chi ha creduto in lui, portandolo persino a Sanremo per ben due volte, la prima nel 1982 con “Vado al massimo”, arrivata ultima e nel 1983 con “Vita spericolata”, penultima in classifica.

Questo però non volle dire nulla e se Vasco ritenne che Sanremo non gli diede nulla, “Vita spericolata” divenne l'inno di libertà di tantissimi giovani, aldilà della posizione in classifica del Festival.

Sono anni difficili per Vasco, nella vita, nel 84 venne arrestato per possesso di droga e fece 22 giorni di carcere.

Eccentrico, sempre fuori dalle righe, colleziona negli anni, successi uno dietro l'altro, e talvolta anche dallo stesso Album.

Nel 1990 uscì il suo live più imponente, “Fronte del Palco” che racchiude tutti i suoi grandi successi presentati con il tour di Liberi Liberi, tra gli album più acclamati del Blasco.

 

Anno dopo anno, cresce sia artisticamente che come numero di appassionati, ogni canzone, racchiude in se qualcosa dei suoi ammiratori.

“Gli spari sopra”, vince 10 dischi di platino e “Delusa” , brano all'interno dell'album diventa un inno contro il programma di Boncompagni “Non è la Rai”.

Altro brano indimenticabile è “Senza parole”, singolo che Blasco regalò solo alle radio e agli iscritti al suo fans club, ma che oggi conoscono tutti e cantano a squarciagola in tutti i suoi concerti.

Indimenticabile la sua versione di Generale di Francesco de Gregori, che in molti hanno affermato essere ancora più bella dell'originale.

Il 1998 è l'anno del record assoluto in presenze ad un concerto, esattamente all'Heineken Jammin' Festival, con 130mila persone ad acclamarlo, e le immagini vengono utilizzate per il video di un altro suo successo “Rewind”.

Gli anni 2000 non sono da meno per la carriera di Vasco Rossi, che in tutti questi anni non ha conosciuto un momento di declino, ma sempre un crescendo, nonostante gli ultimi anni abbia avuto momenti non molto belli per la sua salute.

In rapida successione ricordiamo “Stupido Hotel”, “Buoni o Cattivi”, “Un senso” fino agli ultimi di oggi come “Un Mondo Migliore”.
 

40 anni di carriera e non sentirli, e meno male che si chiedeva “Ma cosa vuoi che sia una canzone...”

Ritorna il "SabaudiaFilm", il meglio della commedia italiana

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Roma, 28 giugno 2017 - Una settimana ricca di proiezioni ed incontri dedicata alla commedia italiana contemporanea: dall'8 al 15 luglio torna il festival cinematografico "SabaudiaFilm.ComMedia", giunto alla terza edizione, dedicato alla commedia all'italiana. Anche quest'anno la direzione artistica del festival, presentato oggi alla Casa dei Cinema di Roma e che sara' ospitato nella cittadina pontina, e' affidata a Ricky Tognazzi e Simona Izzo. Sabaudia e' da sempre un set naturale del grande cinema italiano e in particolare della commedia: 'Divorzio all'italiana', 'La voglia matta', 'Amore mio aiutami', 'Storia di Piera', 'Nene'', 'La luna' sono solo alcuni, dei tanti film girati tra le dune di questa splendida localita'. La giuria, presieduta da Paolo Genovese e composta da Pietro Valsecchi, Roberto Sergio, Laura Delli Colli, Gloria Satta e Luca Barbarossa, premiera' la miglior commedia, il migliore attore protagonista, la miglior attrice protagonista, la migliore sceneggiatura. Ci saranno, come nella precedente edizione, il premio dedicato a Monica Scattini e il 'Premio del Pubblico' che, attraverso una votazione, designera' il film piu' gradito agli spettatori. Quest'anno il "SabaudiaFilm. ComMedia", assegnera' anche un premio alla carriera, dedicato alla memoria di Bud Spencer: il riconoscimento andra' a Cristian De Sica. I figli dell'attore scomparso un anno fa, Cristiana e Giuseppe Pedersoli, saranno a Sabaudia l'8 luglio per consegnare il riconoscimento a De Sica.

Il programma del festival prevede la proiezione, nello scenario metafisico della piazza del Comune di Sabaudia, di 8 tra le migliori commedie della scorsa stagione: 'Poveri ma ricchi' di Fausto Brizzi, 'Moglie e marito' di Simone Godano, 'La stoffa dei sogni' di Gianfranco Cabiddu, 'Non si ruba a casa dei ladri' di Carlo Vanzina, 'Smetto quando voglio 2' di Sydney Sibilia, 'Mamma o papa'' di Riccardo Milani e 'L'ora legale' di Ficarra e Picone. Fuori concorso, nella serata finale sara' proiettata l'ultima commedia diretta da Simona Izzo, 'Lasciami per sempre'. Durante le giornate del festival, come nella scorsa edizione, il "Sabaudia Film.Com Media" proporra' una rassegna di film dedicati ai grandi temi sociali: quest'anno, l'argomento scelto dal presidente del Festival, Luigi Tivelli, e' quello del lavoro. I titoli selezionati sono 'Tempi moderni' di Charlie Chaplin, 'We want sex' di Nigel Cole, 'Tutta la vita davanti' di Paolo Virzi', 'Smetto quando voglio" di Sidney Sibilia e 'Romanzo popolare' di Mario Monicelli. In occasione di una delle proiezioni si terra' un dibattito dal titolo 'Se il lavoro nobilita l'uomo, quanto il cinema ha nobilitato il lavoro?' a cui parteciperanno il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, la giornalista Gloria Satta e personalita' dello spettacolo che attraverso il loro lavoro, hanno dato un contributo a questo tema. 'Last but not least', sara' una sezione dedicata al web e ai nuovi linguaggi con proiezioni di corti inediti, piccole commedie, lo scorso anno hanno riscosso molto successo soprattutto tra gli spettatori piu' giovani, sempre attenti ai cambiamenti e alle nuove proposte a cura di Marco Castaldi. Numerosi gli ospiti che si alterneranno nelle giornate del festival: Tra questi, Fausto Brizzi, Sergio Rubini, Gianfranco Cabiddu, Massimo Ghini, Sydney Sibilia, Edoardo Leo, Paola Cortellesi, Riccardo Milani, Leo Gullotta, Giuliana De Sio, Ficarra e Picone, Maurizio Casagrande, Barbora Bobulova, Stefano Fresi, Valerio Aprea, Simone Godano, Luca Vecchi e Marianna Di Martino. Il festival e' organizzato da Snap Communication di g group, societa' che ha lavorato anche alla logistica ed agli allestimenti del G7 e del festival di Venezia, in collaborazione con itale20 di Antonio Flamini.

La giornalista di Sky Tg 24 Olivia Tassara condurra' ancora una volta le serate della manifestazione. Media partner della manifestazione sara' Rai Radio Due.


Rai, Carlo Conti direttore artistico dello Zecchino d'Oro

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(AGI) - Milano, 28 giu. - Carlo Conti sara' il direttore artistico dello Zecchino D'Oro in un anniversario importante, il sessantesimo della sua fondazione e poi sara' il conduttore di una serata evento dedicata alla figura di Luciano Pavarotti. L'annuncio oggi a Milano nel corso della conferenza stampa di presentazione dei palinsesti della TV pubblica per il prossimo autunno. Il conduttore di punta della prima rete non era oggi presente alla Statale di Milano, assenza che e' stata notata dai giornalisti. Andrea Fabiano ha pero' precisato a riguardo: "Si e' meritato un po' di vacanza", ma il suo impegno proseguira' anche con una nuova stagione di 'Tale e Quale Show' in prima serata su Rai1.

Il premio Oscar Sean Penn in sala con "Il tuo ultimo sguardo" : magistrale Charlize Theron

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"Il tuo ultimo sguardo", film diretto dal due volte Premio Oscar Sean Penn, che ha scelto per il cast attori del calibro eccellente come Charlize Theron e Javier Bardem, entrambi premi Oscar.
Nell'affrontare un tema delicato come la guerra in Sudan, vissuta dai Medici senza Frontiere, senza filtri, per denunciare lo stato che si vive nelle zone a rischio, la trama racconta anche il lato umano dei medici, che oltre la dedizione per il loro lavoro, vivono una storia d'amore, non certo facile, tormentata dalle mille difficoltà che il lavoro gli mette davanti.

Trama: Un amore nato in paese dilaniato da guerre civili, in un arco temporale 13 anni, viene raccontata la storia nata all'interno di una base di missione delle Nazioni Unite dove l'organizzazione ha rifugiato un intero campo profughi.
Il dottor Miguel Leon (Javier Bardem), medico impegnato in una missione di aiuto sanitario, e la dottoressa Wren Petersen (Charlize Theron), direttrice di un'organizzazione umanitaria, si innamorano , mentre esplodono conflitti armati in Sierra Leone e Liberia.
In questa cornice drammatica, Miguel e Wren, cercheranno di trovare il modo per mantenere vivo il loro rapporto.


Nel cast sono presenti anche Jean Reno e Adèle Exarchopoulos.

Guarda il Trailer Ufficiale

Fabrizio Maria Cortese, un 'Paradiso in terra' è possibile: inclusione nel cinema e rapporti umani autentici

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Il paradiso terrestre grazie al prezioso dono dell'amicizia, anche (e soprattutto) con chi è diverso. La riscoperta dei valori autentici e del rapporto umano vero, attraverso l’impegno nel volontariato sociale. L’inclusione delle persone con disabilità psichica e la storia di un cambiamento. L’approccio alla diversità con leggerezza e ironia, che però tanto sono distanti dalla superficialità. Questa la cifra stilistica che caratterizza “Ho amici in Paradiso”, la pellicola del regista Fabrizio Maria Cortese che abbiamo intervistato a proposito di questo suo lavoro, del tema dell'inclusione e del binomio disabilità-cinema.

Il suo film "Ho amici in Paradiso", uscito nelle sale il 2 Febbraio scorso, è un progetto che nasce dalla sua esperienza personale fatta all'interno del Centro di riabilitazione per disabili "Don Guanella" di Roma. Cosa ha significato per lei il contatto diretto con questo tipo di realtà?

Innanzitutto mi sono ritrovato li perchè avevo un amico arrivato in questo Centro in seguito ad un incidente stradale e quindi è stato tutto casuale. In seguito, frequentandolo ho conosciuto questi ragazzi, ospiti del Centro, che ho scoperto essere persone formidabili e mi hanno letteralmente cambiato la vita. Io sono li ormai da tre anni, questo è successo nel Giugno del 2014, frequentando il centro e vedendo recitare questi ragazzi durante uno spettacolo teatrale, attività che loro fanno durante la 'festa dell'incontro', ho capito che c'era la possibilità di poter scrivere qualcosa per loro. Individuando queste 7-8 persone ho intuito che potevano recitare in un film. Chiaramente non è stato semplice perchè ho dovuto organizzare un laboratorio all'interno del "Don Guanella", che è durato due anni, dove li ho potuti preparare con un vero e proprio laboratorio di teatro e cinema e dove abbiamo "giocato" al gioco dell'improvvisazione, del silenzio perchè non era semplice farli stare in silenzio all'inizio e poi dopo siamo passati dall'improvvisazione ad un rapporto vero di amicizia. Infatti per loro la cosa fondamentale è l'amicizia che nasce, loro ti danno per avere; se si rendono conto che c'è un problema, che li stai usando, è finita. Noi siamo diventati davvero amici e quando loro si sono resi conto di questo durante le prove, durante questo laboratorio, siamo andati veloci come il vento e abbiamo fatto insieme un percorso bellissimo che è servito a loro ma è servito anche e soprattutto a me.


L'idea di avvalersi degli stessi ospiti ricoverati nel Centro per il cast artistico del set, denota sicuramente uno degli elementi originali della pellicola. Ma questo non le ha creato problemi e difficoltà durante le riprese del film?

Assolutamente no. Perchè questi ragazzi sono diventati padroni della situazione in un tempo velocissimo, noi abbiamo finito di girare il film in cinque settimane e questo tra lo scetticismo delle persone attorno a me che magari dicevano che questo film non sarei mai riuscito a farlo o magari, se comunque fossi riuscito, però in chissà quanti mesi di riprese. Tutta la lavorazione è stata invece molto veloce, si erano stabilite cinque settimane di ripresa e così è stato. Loro sono stati davvero formidabili sia con me come regista sia con gli attori professionisti, insieme a loro hanno recitato attori come Antonio Catania, Enzo Salvi e Valentina Cervi.


A proposito di questo, sul set come è stato vissuto l'approccio reciproco tra attori professionisti e gli ospiti del Centro che hanno recitato in questo suo lavoro?

È stato vissuto all'inizio con un pò di timore, come è stato per me, ma che è stato superato già solo dopo un paio di giorni. Dopo di che anche gli attori professionisti sono andati spediti e si è creata una grande amicizia tra loro. Ancora oggi continuano ad andare a trovarli al "Don Guanella" perchè hanno un bellissimo rapporto umano vero tra loro.


Il nesso disabilità-cinema quanto può essere importante oggi?

Ritengo sia importantissimo. Quando si parla di attori che frequentano una scuola di teatro e quindi si attengono al famoso 'metodo Stanislavskij', nel quale come sappiamo una persona impara a 'interpretare': si lavora all'approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell'attore. Quindi si passa, ad esempio, da un'emozione come l'allegria e l'ironia ad un momento drammatico all'interno del film al quale si sta lavorando. Ecco, per fare questo un attore studia molto tempo e invece questi ragazzi, diciamo, nella loro 'incoscienza', con questa loro energia e con questo loro sentirsi persone diverse, perchè loro lo sanno e lo percepiscono, riescono perfettamente a interpretare il 'personaggio' e soprattutto a quel punto si sentono attori e non più persone diverse, disabili. Addirittura alcuni di loro durante le riprese non hanno più preso la terapia. La loro forza sta proprio nel riuscire a passare da un'emozione all'altra in pochi secondi. Quindi io ritengo che questa sia una grande cosa e vorrei dire ai produttori, ai distributori e a chi si occupa di cinema in generale, che se noi dobbiamo fare dei film dove compaiono persone diversamente abili, dobbiamo utilizzare i disabili veri e non andare a cercare attori professionisti che devono interpretarli. Questa è la vera inclusione, quella ambivalente e ci deve essere uno scambio autentico con loro.


Lei ha definito questo suo lavoro "una commedia agrodolce". Quanto è stato importante e difficile calibrare il sorriso e i passaggi leggeri con i toni amari che il tema stesso richiama?

Io ho raccontato una storia con leggerezza, la storia di un uomo. Mi sono sforzato di essere il meno pietista possibile, anzi ritengo che il film non abbia nessun tipo di pietismo. Abbiamo raccontato questa storia con loro che sono realmente delle persone diversamente abili, quindi si legge il dramma ma non si vede nel film che ho voluto rappresentare. In questo momento ci troviamo a Palma di Maiorca per il festival italo-spagnolo e poi andremo a Houston, stiamo continuando a girare per il mondo con questo lavoro.


Secondo lei nella nostra società siamo prossimi e proiettati verso l'inclusione oppure ancora lontanissimi?

Penso che siamo proiettati verso l'inclusione perchè è una strada 'obbligata' verso la quale bisogna andare e in molti ormai stanno prendendo coscienza di questo e ovviamente in tutti i campi. Occorre andare a congiungersi perchè oggi è diventato fondamentale più che mai superare il discorso delle differenze e delle emarginazioni e a questo proposito sono speranzoso.

Pavarotti, grande serata memorial all'Arena di Verona

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Roma, 29 giu. - Partono dall'Arena di Verona il prossimo 6 settembre, con la serata-evento condotta da Carlo Conti in diretta in prime time su Rai1, le celebrazioni della Fondazione Pavarotti in tutto il mondo per ricordare Luciano Pavarotti nel decimo anniversario della sua morte. La serata televisiva sarà condotta da Carlo Conti in quella che è considerata la 'casa' di tanti successi per raccontare la storia umana e artistica del grande tenore attraverso le voci e le testimonianze delle persone che gli sono state più vicine, e che sono significative per questo racconto incredibile che lo ha reso tra i più amati e stimati artisti di tutti i tempi. A cominciare da Placido Domingo e Josè Carreras, passando attraverso le nuove generazioni a cui Pavarotti ha sempre guardato con tanta attenzione: saranno infatti presenti Francesco Meli e Vittorio Grigolo, due tenori italiani che già calcano i più importanti palcoscenici di tutto il mondo. Sul palco dell'Arena di Verona anche il soprano Angela Gheorghiu e il tenore Fabio Armiliato (compagno della grandissima Daniela Dessì, recentemente scomparsa), due artisti che il Maestro stimava molto e che aveva anche voluto accanto a sé in occasione del suo quarantennale di carriera a Modena nel 2001. Tra gli amici anche Andrea Griminelli, storico flautista e amico con il quale ha suonato in tutto il mondo. Non mancheranno alcuni inserti pop che sono stati memorabili contrappunti alla carriera lirica, a cominciare proprio da Zucchero che nel 1992 convinse il Maestro per la prima volta a cantare al suo fianco l'aria della nuovissima 'Miserere'.

Zucchero partecipò a tutte le edizioni del 'Pavarotti and Friends' e, proprio da quel 1992, il tenore decise di organizzare ogni anno la grande raccolta fondi che lo portò a duettare a Modena con i più grandi artisti pop del mondo. Sarà inoltre presente il premio Oscar Nicola Piovani che, per celebrare la grandezza del Maestro, ha scritto un brano che sarà eseguito per la prima volta proprio all'Arena di Verona. A Eugene Kohn, che ha condiviso molti palcoscenici con Pavarotti, il compito di dirigere l'Orchestra Filarmonica del Festival Pianistico di Brescia e Bergamo. Proprio dal 6 settembre partiranno le celebrazioni in tutto il mondo. Lo stesso giorno a Modena, infatti, la Casa Museo sarà aperta gratuitamente per un'intera giornata e alle ore 11 si terrà il discorso inaugurale di Nicoletta Mantovani, moglie del tenore, con il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, perché tutta l'attività prevista per il decennale possa avere il suo avvio ufficiale proprio da Modena, città natale del Maestro. Con l'occasione sarà presentato il libro "Luciano, il sole nella voce" edito dalla Fondazione Pavarotti e che sarà proposto tiratura limitata per la serata inaugurale all'Arena di Verona e all'interno del Museo. Sempre dal 6 settembre sarà resa disponibile una nuova piattaforma web "Pavarotti 10th Anniversary", destinata a raccogliere tutte le attività del decennale per accrescere la conoscenza del Maestro presso il pubblico piu' giovane. L'iniziativa seguirà le fasi del decennale e raccoglierà i materiali da tutte le manifestazioni prodotte nel mondo. Infatti, dopo la serata di inaugurazione del 6 settembre da Verona, prodotta da FEP Group e Fondazione Luciano Pavarotti, sono già fissati eventi di celebrazione in Tunisia, Qatar, Oman e Indonesia mentre sono allo studio eventi in Cina e negli Stati Uniti. In vista del decimo anniversario dalla morte del tenore è poi partita la produzione del docu-film prodotto da Imagine Entertainment e White Horse Pictures e diretto dal regista Premio Oscar Ron Howard. Lo stesso regista sarà presente il 6 settembre all'Arena di Verona. L'evento di Verona e' organizzato in collaborazione con Universal Music Group e sarà anche l'occasione di una grande raccolta fondi destinata al sostegno del Museo, che tutto l'anno è a disposizione dei visitatori e propone il ricordo più tangibile della sua immensità. E come per i 'Pavarotti and Friends', una parte dell'incasso verrà devoluta all'Unhcr per il sostegno dei rifugiati. La regia della serata televisiva è affidata a Maurizio Pagnussat. Media partner dell'evento è RTL 102.5, già al fianco del Maestro nelle ultime edizioni del 'Pavarotti and Friends'.

 

 

Vasco, alle 7 già 7.500 gli spettatori entrati al Modena Park

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Le temperature basse e la mancanza di abbigliamento adeguato (i sacchi a pelo, inoltre, non potevano essere portati all'interno dell'area concerto) ha richiesto l'intervento dei sanitari per diverse segnalazioni di persone a rischio ipotermia, mentre la Protezione civile ha distribuito 1.500 coperte. Sul sito dedicato all'evento http://modenapark.comune.modena.it e' aggiornata in tempo reale la disponibilita' dei parcheggi e sono consultabili, oltre alle mappe delle aree di sosta, le informazioni sui percorsi consigliati dai 14 caselli autostradali interessati dall'evento e sui percorsi pedonali per accedere all'area concerto. Disponibile anche il vademecum sui consigli per arrivare in citta' in auto, in treno o in bicicletta.

Concerto al Modena park, la lunga notte di Vasco: 220mila per festa dei 40 anni

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La storia della musica ha fatto tappa a Modena. Al Modena Park, dove Vasco Rossi ha festeggiato 40 anni di amore con il palco, con il pubblico, con le emozioni. Davanti a una marea umana di oltre 220 mila persone, che ne hanno fatto così il concerto dei record, quello con più spettatori paganti al mondo. Nessuno mai come lui. Modena. Perché tutto è cominciato qui. Con il primo concorso canoro vinto a 10 anni, con il primissimo concerto, che lui non ricorda neanche più. E allora proprio da qui si riparte, per chiudere un cerchio, per fare il punto di una carriera unica, ma anche per andare avanti, perché il Komandante alla sua combriccola lo ha già detto più volte: a fermarsi non ci pensa proprio. Quaranta canzoni per quaranta anni. Una galoppata lunga tre ore e mezzo, maestosa e imponente. Come il palco largo 130 metri. E come i 1500 metri quadri di schermi in movimento che permettono anche ai più lontani di godere di uno spettacolo che più che sugli effetti speciali punta tutto su Vasco, sulle sue canzoni, su una storia da celebrare non solo come successo di un artista, ma anche come rito collettivo. Il via alle 21 in punto, anche per le esigenze televisive di Rai1 che ha dedicato all'evento uno speciale condotto da Paolo Bonolis (pesantemente criticato sui social per non aver lasciato più spazio al live), con Colpa d'Alfredo, preceduta, con le ultime luci del giorno ad illuminare il palco, da un saluto al sole (virtuale, che nasce e muore sugli enormi schermi) sulle note di Così parlò Zarathustra di Strauss tratta da Odissea 2001 nello spazio di Stanley Kubrick. Il Blasco sfoggia una giacca di pelle gialla e una forma fisica ritrovata. "Benvenuti alla festa epocale di Modena park. Benvenuti al concerto che non avrà mai fine. Benvenuti nella leggenda, nel record mondiale", è il saluto di Vasco ai suoi invitati che lo attendevano da ore, da giorni, alcuni da settimane. Senza farsi scoraggiare dal clima o dalle imponenti misure di sicurezza (che hanno retto senza grossi problemi all'impatto con i 220 mila). La prima parte dello show è tutta dedicata agli anni Ottanta. E così ecco Alibi e Blasco Rossi, che diventa una carrellata di live e foto della combriccola da 40 anni ad oggi, tutta d'un fiato in poco meno di 5 minuti. Un tunnel del tempo da percorrere all'indietro. E' la storia che riavvolge il nastro e riparte dall'inizio. Vasco non è più lo stesso, ed è giusto così, ma le sue canzoni sono ancora qui, colonna sonora di almeno due generazioni, o forse tre. E' una festa unica e allora il padrone di casa si permette anche il lusso di inserire in scaletta anche brani mai inseriti, come Il tempo crea eroi. Ma alla festa ha invitato anche gli amici di sempre, come Gaetano Curreri che si mette al piano e dopo aver accennato Jenny, Silvia, il singolo del 1977 da cui parte la lunga storia di Vasco, e La nostra relazione, suona Anima Fragile. Dopo gli Ottanta è la volta dei Novanta: Gli spari sopra, Stupendo, Vivere. A far da ponte ci pensa Liberi Liberi, che raramente il Komandante mette in scaletta. Gli altri ospiti sono i chitarristi Maurizio Solieri e Andrea Braido, il primo a rappresentare gli anni Ottanta con la Steve Rogers Band, il secondo i Novanta, quando il rock diventa la cifra stilistica più riconoscibile del Blasco. Un duello di chitarre, oltre il tempo. Su Rewind è topless-mania, con decine di ragazze che slacciano i reggiseni (molti con la scritta Fammi godere) e li lanciano sul palco, mentre su Non mi va lo sberleffo a Carlo Giovanardi. C'è anche il tempo, prima de Gli Spari sopra, di invitare il pubblico a non aver paura, a non cedere al terrorismo: "Questo è un concerto contro la paura". Il presente si inserisce nella terza parte, preceduto da un intenso momento acustico: Siamo Soli a I Soliti, fino a Sono innocente ma, Un mondo migliore e l'ultima hit Come nelle favole. Sally, Un senso, Siamo solo noi e Vita Spericolata per i bis. E Albachiara come da tradizione per la chiusura, tra i fuochi d'artificio e il saluto al cielo, all'amico Massimo Riva, ancora e sempre presente, stasera più che mai. LA GRANDE ATTESA - In elicottero da Rimini, Vasco Rossi è atterrato a un paio di km ed è poi arrivato in macchina dal parco Ferrari dove, a meno di tre ore dall'inizio dello show, sono già entrate oltre 180 mila. "E' una grande festa. Oggi Modena è la capitale mondiale del rock. Questo è un concerto contro la paura e io sono qui per portare un po' di gioia. Sono molto eccitato", ha detto il rocker prima di rifugiarsi nei camerini. Per le vie del centro gira poca gente e i residenti, almeno quelli che hanno potuto, se ne sono andati al mare o in collina. A brulicare di vita, sono invece le aree vicino agli ingressi principali del Modena Park, dove sono accampati i fan in attesa e dove gli addetti ai lavori sono impegnati negli ultimi ritocchi per un concerto che entrerà di diritto nella storia della musica. In molti sono arrivati da giorni per le prove generali, ma alcuni sono qui da settimane. Come Steve da Pordenone, che si vanta di essere stato il primo a mettere piede a Modena: il 29 maggio scorso, un mese "allo sbando". Strade chiuse come gabbie, droni a controllare dall'alto un mare umano, un 40enne che ha avuto un infarto mentre era in camper, in attesa del concerto, ed è deceduto all'ospedale di Baggiovara; la previsione di 700 persone assistite dai sanitari nell'arco di due giorni all'interno dell'area verde che porta il nome di Enzo Ferrari, estesa su 400mila metri quadrati, per il troppo freddo della notte e il caldo vicino ai 30 gradi precedente il concerto (ma avere un'ottica d'insieme, dettagliata, sui malori al momento è quasi impossibile). Coperte distribuite da vigili del fuoco e protezione civile, un migliaio, nelle ore buie, nebulizzatori col sole. Il 'Modena Park' di Vasco Rossi che il sindaco della città emiliana, Gian Carlo Muzzarelli, ha definito come un esempio "per l'Italia ma anche per l'Europa intera", è stato una prova di forza senza precedenti, diretta conseguenza dei 220mila arrivati da tutta Italia per assistere a quello che è considerato il concerto più importante della quarantennale carriera di Vasco. Evento che si è conquistato il record mondiale di pubblico pagante per un singolo artista, d'altronde. L'afflusso dei fan prima dell'inizio dell'evento è stato regolare e senza particolari incidenti. Stamattina si era diffuso un po' di timore per l'arrivo troppo a rilento degli spettatori, ma ciò si è poi rivelato essere un fattore importante in senso contrario: a ondate comunque contenute, i 220mila sono giunti a destinazione senza quell'effetto 'tutti in una volta', che avrebbe potuto bloccare di fatto il lungo serpentone e creare effetti imbuto ai varchi. Varchi che sono stati aperti in anticipo, almeno per quel pit 1 considerato l'El Dorato dei 'vascolizzati'. I primi fedelissimi del Blasco sarebbero dovuti entrare questa mattina alla 5, ma alla fine l'accesso è stato ufficializzato, per i primissimi appunto, alle 21.20 di venerdì. Ci sono Emanuele e Marco, cugini sbarcati dalla Sardegna, da due settimane a presidiare il loro posto con tanto di sediolina da campeggio e sacco a pelo in terra per scacciare un pisolino nei momenti di noia. Alessandra, invece, è venuta in macchina da Torino sette giorni fa: per i primi giorni a farle compagnia anche la figlia di 9 anni, "era emozionatissima, ma ora è tornata a casa". E poi Mario, da Firenze, che sul furgone lasciato all'uscita di Modena Sud ha caricato il motorino per raggiungere comodamente il parco Ferrari; Claudia da Roma, Ale, Stefano, Andrea, Giulia. Gli accenti di tutta Italia si sovrappongono e si confondono uno con l'altro. Amici di concerto che si ritrovano puntuali ad ogni chiamata alle armi del Komandante, amici di fila da appena 5 minuti ai quali tenere il posto mentre si va in bagno o a prendere un caffè. Qualcuno ha dormito in macchina, quasi tutti hanno la tenda montata su una collinetta vicino ("ma ce l'hanno fatta spostare almeno tre volte", racconta qualcuno). I poliziotti hanno provato a cacciarli un paio di volte, poi hanno dovuto cedere. Hanno usato i bagni del McDonald's lì accanto, quelli di un campeggio nei dintorni, i più fortunati hanno trovato ospitalità a casa di qualche amico. Quelli arrivati stamattina si sono portati solo un telo "per dormire un po' stanotte fuori o dentro il parco" e poi ripartire subito, domenica notte, a fine concerto. Hanno gli occhi che brillano per l'emozione, la consapevolezza di prendere parte a un concerto unico. La paura, invece, quella no. L'hanno lasciata a casa. Le imponenti misure di sicurezza che sono state predisposte non li scoraggiano. Già, la sicurezza. Dopo Manchester, dopo Torino, senza dimenticare Londra e Parigi, è diventata la preoccupazione principale. Decine gli agenti di polizia intorno al parco, centinaia gli addetti alla sicurezza che controllano gli ingressi. Impossibile entrare nell'area del concerto senza un pass, che però non evita comunque il controllo al metal detector. Per permettere l'accesso ai 220 mila, i varchi sono stati aperti già ieri sera alle 21:15, ed il ventiduenne Emanuele Zappa di Domodossola è stato il primo dei 220 mila fan ad entrare. I varchi sono otto, due per ogni angolo del perimetro, con telecamere per il riconoscimento facciale, poi il filtro con i metal detector e infine l'ingresso vero e proprio nell'area dei tre pit recintati. Le autorità hanno richiesto vie di accesso riservate e così, tra un pit e l'altro, ci sono 6 metri liberi. Le vie di fuga permetteranno un deflusso veloce. Chi non è riuscito a procurarsi un biglietto, potrà consolarsi con lo speciale di Rai1 condotto da Paolo Bonolis in diretta dal Modena Park o godendosi lo show integrale in uno dei circa 150 cinema che trasmettono l'evento.

Roma, è morto l'attore Paolo Villaggio: aveva 84 anni

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All'attivita' comica fa eco quella di scrittore, cominciata proprio con un libro su Fantozzi, al quale seguiranno altri otto sul ragioniere, e altri libri di carattere satirico. Ha recitato in parti piu' drammatiche, partecipando a film di registi come Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmuller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Nel 1992, in occasione della 49esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, ricevette il Leone d'oro alla carriera. Nell'agosto del 2000 gli fu assegnato al Festival del cinema di Locarno il Pardo d'onore alla carriera. L'attore, come si e' successivamente appreso, e' morto alla clinica Paideia di Roma, dove era ricoverato da diversi giorni. Villaggio soffriva da tempo di diabete, e negli ultimi mesi aveva avuto anche diversi problemi respiratori, che per settimane lo avevano costretto al ricovero ospedaliero. Qualche giorno fa, all'aggravarsi delle sue condizioni, il trasferimento in clinica. Paolo Villaggio e' morto a causa di una infezione dovuta al diabete. Lo hanno spiegato ai giornalisti i figli, Elisabetta e Pierfrancesco, conversando con loro all'ingresso della clinica Paideia, dove e' deceduto l'attore. "Mercoledi' ci sara' una camera ardente in Campidoglio, poi, nel pomeriggio, una cerimonia laica alla Casa del Cinema". "Nostro padre se ne e' andato poco a poco, non si e' accorto di nulla". "Nell'ultimo periodo nostro padre stava male, ma ora e' di nuovo libero di vagare con la sua mente", ha proseguito la figlia aggiungendo: "In questo ultimo periodo, in cui gli siamo stati vicino, non voleva stare solo". Elisabetta ha infine affermato che "gli avrebbe fatto piacere essere ancora attivo e lavorare in quel mondo che gli ha dato tanto". "Nostro padre diceva che se doveva avere un funerale in chiesa, lo voleva a San Pietro". Lo hanno detto i figli di Paolo Villaggio, Elisabetta e Pierfrancesco, precisando che, ovviamente, era una battuta. "Nostro padre aveva un diabete che si e' curato poco e male per via del suo carattere. Insomma, lo sapeva e non ha fatto niente per impedirlo". Lo hanno detto i figli di Paolo Villaggio, Elisabetta e Pierfrancesco, rispondendo alle domande dei giornalisti . I figli hanno inoltre spiegato che il padre era stato ricoverato all'ospedale Gemelli dal 14 maggio al 9 giugno e che poi e' stato trasferito in questa clinica. Un "rapporto complesso": cosi' i figli di Paolo Villaggio, Elisabetta e Pierfrancesco, hanno definito il rapporto che avevano con il padre. "E' stato un rapporto complesso con lui, ma mi ha insegnato ad essere forte", ha detto Elisabetta aggiungendo che suo padre "non era una persona semplice in assoluto, non soltanto in quanto padre". "Con mio padre non e' stato un rapporto facile perche' lui era assente come molti che fanno questo lavoro", ha detto il figlio Pierfrancesco. "Nell'ultimo periodo ho avuto l'occasione di stargli vicino perche' ho lavorato con lui e questo ci ha permesso di instaurare un rapporto che non c'era mai stato", ha concluso Pierfrancesco.

Villaggio, la figlia su Fb: "Ora sei libero di volare"

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"Ciao papa' ora sei di nuovo libero di volare". Con queste parole la figlia di Paolo Villaggio, Elisabetta, da' l'addio su Facebook al padre morto a Roma all'eta' di 84 anni.

Adele cancella il suo tour: problemi alle corde vocali

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La star britannica Adele ha cancellato i due ultimi concerti del suo tour mondiale, previsti a Londra, per problemi alle corde vocali. La cantante doveva tenere le ultime serate al Wembley Stadium, ma ha deciso di seguire il consiglio dei medici e li ha annullati. In un messaggio diffuso su Twitter, Adele si è detta "devastata" e ha chiesto scusa alle migliaia di fan che la aspettavano stasera e domani. "Dire che ho il cuore a pezzi sarebbe poco". La cantante ha spiegato che i due ultimi concerti tenuti nei giorni scorsi a Wembley sono stati "i migliori e più grandi spettacoli" della sua vita, ma ha detto di aver forzato troppo la voce. "Ho spinto più di quanto faccio normalmente e ho danneggiato le corde vocali". La cantante ha aggiunto che ci teneva cosi' tanto a fare i concerti di aver persino pensato di cantare in playback: "Ma no l'ho mai fatto e non potrei mai farlo a tutti voi". La cantante aveva cominciato il tour mondiale nel marzo dello scorso anno, a Belfast, in Irlanda del Nord, e quello era stato il suo primo concerto nel Regno Unito da quattro anni e mezzo; da allora aveva fatto 119 date in tutto il mondo. Adele ha aggiunto che restituirà il denaro dei biglietti se i concerti saranno definitivamente cancellati.

Nastri d'Argento 2017, trionfo per 'La tenerezza' di Amelio

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Pioggia di Nastri su 'La tenerezza' di Gianni Amelio, miglior film - premiato anche per regia, fotografia, attore protagonista - e su 'Indivisibili' di Edoardo De Angelis che più di tutti ha fatto il pieno, quest'anno, ai Nastri con ben cinque riconoscimenti, chiudendo la stagione con un successo clamoroso.
Finisce così la 'corsa' dei Nastri d'Argento 2017 stasera protagonisti per la 71.ma edizione al Teatro Antico di Taormina. I giornalisti cinematografici che assegnano ogni anno i loro premi 'storici' dal 1946 hanno votato, con Ficarra e Picone, 'L'ora legale' migliore commedia dell'anno e Andrea De Sica con 'I figli della notte' miglior esordiente.
Per gli attori verdetto in parte annunciato: bis per Jasmine Trinca dopo il Festival di Cannes come migliore attrice protagonista per 'Fortunata' di Sergio Castellitto che chiude la partita dei Nastri 2017 tra i film più premiati con tre Nastri nel palmares finale (lo seguono con due ciascuno, 'Fai bei sogni' di Marco Bellocchio, L'ora legale di Ficarra e Picone e 'Sicilian ghost story' di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia).
Un grandissimo Renato Carpentieri, tornato sul set con Amelio dai tempi di 'Porte aperte', ritira il Nastro come miglior protagonista per 'La tenerezza'. Ad Alessandro Borghi, prossimo 'madrino' appena annunciato della Mostra di Venezia, va invece il Nastro come miglior attore non protagonista (ancora per 'Fortunata' e per l'opera prima di Michele Vannucci 'Il piu' grande sogno'). E con un verdetto sorprendente, rarissimo ai Nastri, c'è un ex aequo, quest'anno, tra le attrici, per le non protagoniste: Sabrina Ferilli ('Omicidio all'italiana' di Maccio Capatonda) e Carla Signoris irresistibile nel duetto con Toni Servillo in 'Lasciati andare' di Francesco Amato.

 

Opera Teatrale 'Eternity' al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo

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Eternity, regia di Claudia Puglisi, con Filippo Luna e Silvia Scuderi, per la prima volta a Palermo al teatro Santa Cecilia il 7 luglio alle ore 19. Il racconto, scritto e diretto da Claudia Puglisi, è liberamente ispirato al libro di Emiliano Fittipaldi Così ci uccidono (Rizzoli). Il progetto, curato da Turi Occhipinti e Gaetano Scollo, dall'Associazione culturale La Compagnia Prese Fuoco e da Sentieriblei, prende spunto da un fatto di cronaca, quando nel 2012 il tribunale di Torino condannò in primo grado a 16 anni il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier, 91 anni. Entrambi gli uomini, ma in periodi diversi, furono a capo dell'Eternit, la multinazionale che produceva amianto e che in Italia possedeva diversi impianti. Quella di Torino fu giudicata una sentenza storica, i due imprenditori furono accusati di disastro doloso permanente e di omissione dolosa di misure antinfortunistiche, secondo i giudici sulle spalle dei due miliardari pesarono le morti di migliaia di persone tra operai, familiari e cittadini comuni tutti colpiti da mesotelioma pleurico, considerato dai medici uno dei tumori più aggressivi e mortali. "Il nostro obiettivo - spiega Claudia Puglisi all'Ansa, affiancata in questo suo ultimo lavoro dai familiari dei morti per amianto - è quello di tentare di rendere giustizia alle vittime anche attraverso il teatro. La rappresentazione dell'ingordigia del denaro a danno della vita delle persone è uno degli argomenti che più ci sta a cuore. Le atrocità che sono venute fuori negli ultimi anni ci hanno portato a voler realizzare uno spettacolo che possa raggiungere le coscienze di tutti quanti" Il teatro Santa Cecilia Edificato nel XVII sec. è il teatro di prosa più antico della Sicilia. Attualmente è l'unico teatro pubblico storico dedicato al Jazz nel mondo ed è in concessione alla Fondazione The Brass Group.

Vasco, Siae: un grande successo contro il 'secondary ticketing'

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Lo dice la stessa Siae in un comunicato, rilevando con il dg Gaetano Blandini che "grazie ai controlli effettuati a monte sui biglietti venduti, al presidio costante delle biglietterie e a quelli sul territorio, siamo riusciti a limitare ed arginare notevolmente la piaga del secondary ticketing, contenendo il fenomeno entro il 5-6 % contro il 20-25% di altri eventi recenti". Per mesi, di concerto con gli organizzatori, 45 persone dello staff Siae hanno lavorato sul territorio e a partire dalla sera del 30 giugno direttamente a Modena, "presidiando continuativamente ognuno dei 12 varchi di accesso del pubblico al Modena Park, utilizzando per la prima volta, in via sperimentale, un innovativo sistema di controllo della regolarita' dei titoli di accesso". D'intesa con la Guardia di Finanza del comando provinciale di Modena sono state effettuate "attivita' di reciproco supporto finalizzate all'individuazione di biglietti falsi o contraffatti". E nell'ambito di queste attivita' congiunte sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza numerosi titoli di ingresso falsi o contraffatti individuati da Siae al momento dei controlli. Per "Modena Park" erano stati emessi 225.000 biglietti; per seguire l'evento nei cinema sono stati venduti piu' di 51mila titoli di ingresso (dato ancora parziale). (AGI) Vic (Segue) solo testo 16:10, Lunedì 3 Luglio 2017 AGI Globale Cultura e Spettacolo cod. R010299 1220 Car. Priorità bassa Vasco: Siae, un grande successo contro il secondary ticketing (2) (AGI) - Roma, 3 lug. - Grandissima affluenza anche per le proiezioni gratuite organizzate nelle diverse piazze italiane: a Rimini, ad esempio, sono state rilevate da Siae ben 12.045 presenze; a Zocca (paese natale di Vasco) 975; a Genova 1.053; a Elba 2.500. Inoltre sul territorio sono stati realizzati 13 eventi all'aperto con dlo speciale Rai in diretta da Modena che hanno registrato 3.750 presenze. Il concerto di Modena Park non e' stato solo l'evento dei record "ma anche, da tutti i punti di vista, un banco di prova strategico - dice ancora Blandini - per tutta l'economia degli eventi live nel nostro Paese e non solo. Come ha sottolineato piu' volte anche Vasco Rossi, ci ha dimostrato che non dobbiamo avere paura, non dobbiamo cambiare le nostre abitudini ne' stare chiusi in casa. Quindi un grazie particolare ai 225mila di Modena e al Komandante Vasco: siamo profondamente orgogliosi che sia un nostro autore". Da evidenziare infine un altro record per il grande raduno di Modena: l'evento e' il primo concerto live in Italia in cui e' stato compilato il bordero' digitale 'mio bordero'' di Siae mediante la App in beta testing.
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